mercoledì 12 gennaio 2011

Le rinnovabili e l’Obiettivo Convergenza

di Pasquale Locoro

Il “Programma Operativo Interregionale” e i “Progetti Esemplari”


Con l’avviso pubblico per il finanziamento di “Progetti esemplari di produzione di energia da fonti rinnovabili su edifici pubblici” si vogliono promuovere e sperimentare delle forme avanzate di interventi aventi come scopo l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili finanziandole attraverso le risorse del Programma Operativo Interregionale.
Questo programma rientra nel più ampio “Obiettivo convergenza” (che è un obiettivo di programmazione comunitaria per il 2007-2013) che va a sostituire l’Obiettivo 1.

In particolare, l'obiettivo convergenza si pone le seguenti priorità:

  • condizioni più propizie alla crescita e all’occupazione, favorendo investimenti nelle persone e nelle risorse fisiche;
  • innovazione e sviluppo della società della conoscenza;
  • adattabilità ai cambiamenti economici e sociali;
  • tutela dell’ambiente;
  • efficienza amministrativa.
L’obiettivo convergenza riguarda:
  • le regioni con un prodotto interno lordo pro-capite calcolato in base ai dati relativi all’ultimo triennio precedente all’adozione del regolamento sui Fondi Strutturati, inferiore al 75% della media dell’Unione Europea a 25 Stati e per queste regioni è previsto un sostegno economico transitorio (il phasing out);
  • gli stati con un reddito nazionale lordo per abitante inferiore al 90% della media comunitaria;
  • le regioni ultra periferiche, con un programma specifico.
In Italia le regioni coinvolte sono la Campania, la Calabria, la Puglia e la Sicilia e le risorse finanziarie disponibili ammontano a 20.000.000 €.
Entrando nel dettaglio dei “Progetti Esemplari” i soggetti beneficiari di questi fondi sono i Ministeri, le Università, le Regioni, le Province, i Comuni e le Comunità montane.
Non rientrano tra i beneficiari i Consorzi, le unioni e le associazioni tra gli enti/soggetti giuridici, le aziende sanitarie locali, le società costituite in tutto o in parte dagli enti/soggetti giuridici o il cui capitale sia sottoscritto in tutto o in parte dagli stessi enti/soggetti giuridici e tutti gli altri entri pubblici non espressamente indicati.

Le tipologie di impianti finanziabili comprendono:
  • gli impianti di cogenerazione e di trigenerazione ad alto rendimento alimentati da fonti rinnovabili;
  • gli impianti solari termici (anche con sistema “solar cooling”);
  • le pompe di calore geotermiche a bassa entalpia;
  • gli impianti eolici operanti in regime di scambio sul posto.
Le spese considerate ammissibili riguardano le spese tecniche, la fornitura dei beni, dei materiali e dei componenti necessari, l’installazione e la posa in opera degli impianti, le eventuali opere edili strettamente necessarie alla realizzazione dell’intervento, i sistemi di acquisizione dati e di analisi delle prestazioni per il monitoraggio, le spese relative alla pubblicità dei bandi e degli avvisi, quali somme a disposizione della stazione appaltante, nel limite massimo del 2% dell’importo complessivo dei lavori.
Le spese escluse sono quelle relative al servizio di sorveglianza dell’impianto.
In base alle spese ammissibili precedentemente elencate vengono concessi contributi pari al 100% dell’intera spesa ammissibile considerando come costo complessivo ammesso per singola iniziativa il range 300.000 – 1.000.000 €.

Inoltre è bene sapere che i contributi previsti non sono cumulabili con nessuna altra forma di contributo o di incentivo in conto esercizio, né con alcuna forma di agevolazione fiscale.

Le richieste di concessione dei contributi dovranno essere fatte pervenire a partire dal primo aprile 2011 e fino al 20 aprile 2011 al Ministero dello Sviluppo Economico seguendo le indicazioni presenti nel Bando. Successivamente le varie richieste verranno analizzate da un’apposita commissione e verrà redatta una graduatoria che sarà pubblicata successivamente sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
Le premesse ci sono dunque per poter trasformare la sfida delle rinnovabili in una occasione di sviluppo socio-economico. Si spera che non resti tutto solo un sogno o qualcosa solamente scritto, anche perché in questo tipo di iniziative è presente l’attenta vigilanza dell’Unione europea, oltre alla Nostra reputazione in ambito comunitario.
Resta da sottolineare infine che oltre a queste buone iniziative resta ancora molto lavoro da fare sul fronte della comunicazione e dell’informazione, al fine di poter riuscire finalmente a sviluppare un circolo virtuoso, con tutte le comunità locali a partecipare in maniera attiva e coesa.



L'Obiettivo 1
L’obiettivo 1 era un obiettivo della programmazione 2000-2006 riguardante la politica regionale europea in favore delle regioni in ritardo di sviluppo ed era finanziato dai quattro Fondi Strutturati (Fse, Fesr, Feaog, Sfop).
L’obiettivo 1 interveniva:
  • nelle regioni il cui Pil pro capite è inferiore al 75% della media comunitaria;
  • nelle regioni ultraperiferiche (dipartimenti francesi d’oltremare, Azzorre, Madeira e Canarie);
  • nelle regioni poco popolate della Finlandia e della Svezia.
In Italia l’obiettivo 1 agiva sotto il controllo del Ministero dell’Economia e interessava le regioni del Sud: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e il Molise in regime di sostegno transitorio (phasing out).
Il documento di programmazione generale dell’obiettivo 1 era il Quadro comunitario di sostegno (Qcs), attuato tramite Programmi operativi a titolarità regionale e di alcune amministrazioni centrali.
Per quel che riguarda la programmazione Fse nell’obiettivo 1, i relativi interventi si sono concentrati prevalentemente sull’Asse III – Risorse umane. Nell’ambito dell’assistenza tecnica rientra una rilevante azione del Ministero del Lavoro tesa a promuovere lo sviluppo omogeneo su tutto il territorio nazionale degli interventi finanziati dal FSE.
Nella programmazione 2007-2013 quanto previsto dall’obiettivo 1 è stato inserito nell’Obiettivo Convergenza, finanziato da Fesr, Fse e Fondo di coesione.


1 commento:

  1. Gratis il modo x accumulare anidride carbonica e fermare il cambiamento climatico

    Ciao a tutti, come va?

    Il cambiamento climatico imperversa, per fermarlo bisognerebbe accatastare miliardi di tonnellate di anidride carbonica sotto forma di legno o cellulosa.

    Qualche anno fa Bill Clinton ( presumibilmente il chairman del governo mondiale) aveva promesso un ricco premio, un milione di euro, a chi avesse trovato un facile metodo per prelevare dall'atmosfera grandi quantità di anidride carbonica.

    Vi spiego come, nella maniera che cerco di fare da oltre 20 anni rischiando la vita, subendo minacce di morte tutti i giorni, venendo boicottato, diffamato e perseguitato quotidianamente dagli scagnozzi di Bill Clinton: raccogliendo foglie.

    Provo a dirvi il problema completo.

    Da una parte bisogna interrompere le emissioni serra utilizzando la Serpentina di Schietti invece di petrolio, carbone, gas, legname.

    Poi bisogna riforestare ovunque possibile in particolare le aree desertificate subsahariane, anche coltivando alberi da frutta, perchè il legno è fatto di carbonio, che si ricava dall'anidride carbonica.

    Poi infine bisogna utilizzare le foglie di parchi, giardini e boschi per produrre cellulosa invece degli alberi delle foreste.

    Le foglie se vengono lasciate marcire nei boschi emettono gas serra. Idem se vengono bruciate negli inceneritori.

    Se invece venissero raccolte e lavorate per produrre cellulosa, l'anidride carbonica verrebbe immaganizzata. Possono anche essere utilizzate per produrre cubi e pannelli per edilizia.

    E non verrebbero tagliate le foreste per produrre carta igienica, scottex, carta.

    Pensate ai parchi e giardini di tutto il mondo, pensate ai boschi, pensate a quanti miliardi di tonnellate di foglie vengono prodotte ogni anno dagli alberi che vengono lasciate marcire o vengono bruciate negli inceneritori.

    Secondo i miei calcoli, insieme alla Serpentina e alla riforestazione, con le foglie in 15 anni sarebbe possibile fermare il cambiamento climatico.

    Parlatene a tutti, Schietti sa come fermare il cambiamento climatico, Schietti sa come immagazzinare miliardi di tonnellate di anidride carbonica, utilizzando le foglie per produrre cellulosa, ma ogni volta che ne parla cercano di ucciderlo.

    Nel 2008 in Val di Vara venne rasa al suolo la mia foresta con cui cercavo di dimostrare pubblicamente con servizi giornalistici quotidiani in internet che si poteva diventare ricchi, salvare le foreste e fermare il cambiamento climatico pulendo i boschi, raccogliendo foglie, ricci di castagne, pigne e tagliando alberi morti.

    Ogni volta che spiego che la soluzione al cambiamento climatico sono le foglie comincia a squillare il telefono di casa mia e subisco minacce di ogni genere, per favore aiutatemi.

    Grazie dell'attenzione, in attesa della Serpentina di Schietti, della cellulosa ricavata dalle foglie, la parola a Dio e alla prossima catastrofe generata dal cambiamento climatico, ogni volta sempre peggiore.

    Domenico Schietti
    http://domenico-schietti.blogspot.com/

    RispondiElimina