giovedì 16 dicembre 2010

La manovra economica e il futuro dei Certificati verdi

di Pasquale Locoro

Prima della lettura del post potrebbe essere utile leggere le risposte alle domande riportate sotto per conoscere un pò meglio questo tipo di incentivi.
  1. Che cosa sono i Certificati Verdi?
  2. Quando sono stati introdotti?
  3. Chi li emette e dove si acquistano?



Tagli sui certificati verdi con la nuova Manovra Economica e gravi conseguenze per il settore delle energie rinnovabili

La Manovra Economica (Decreto Legge n.78 del 2010) ha operato tagli ed interventi in molti settori dell’economia italiana e in particolare anche sul sistema dei certificati verdi.
L’articolo 45 del D.L. n.78 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica” ha provocato una bufera in un’ampia parte del settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Il passo critico risulta il seguente:
“Art.45 Abolizione obbligo di ritiro dell’eccesso di offerta dei certificati verdi” con il quale si prevedeva l’abrogazione degli articoli:
“Art.2, comma 149, della legge n.244 del 24 dicembre 2007” e “Articolo 15, comma 1, del Decreto Ministeriale del Ministero dello Sviluppo Economico del 18 dicembre 2008”.


Conseguenze
La sovrapproduzione di Certificati Verdi ad opera dei produttori di energia da fonti rinnovabili provoca il crollo dei prezzi di vendita dei certificati e quindi cala anche la redditività degli investimenti.
La scelta fatta dal Legislatore nella Finanziaria del 2008 era stata quella di istituire un meccanismo di acquisto dei certificati rimasti invenduti e in scadenza da parte del GSE ad un prezzo fisso. Questo meccanismo, secondo l’AEEG, avrebbe avuto un costo, per il 2009 di 650 M€. Le risorse vengono prelevate dalla componente tariffaria A3 della bolletta elettrica che noi paghiamo.
Le alternative possibili sarebbero state quelle di aumentare la quota di obbligo da parte dei soggetti obbligati. La maggior parte degli operatori riteneva che il meccanismo istituito per il periodo 2009-2011 sarebbe stato prorogato per almeno un altro triennio, oppure reso più stabile, mentre nessuno avrebbe previsto la sua abrogazione.
Dell’articolo 45 è stata successivamente effettuata una conversione, con la quale è stato previsto un taglio di misura inferiore, mentre per conoscere le modalità operative bisognerà aspettare entro fine anno un apposito Decreto Ministeriale. È così rientrato il pericolo di crollo del mercato dei Certificati Verdi a causa dell’eccesso dell’offerta, ma bisogna ancora chiedersi il perché, ancora una volta, ci sia carenza di organicità e ponderatezza da parte del Legislatore in materia di energia.
Quindi appare molto evidente come esista un grande problema legato alla carenza di pianificazione in materia di energia, con il risultato di avere una disciplina energetica molto disorganica e difficile da applicare e di continuare a perdere credibilità nel settore energetico.
Infatti, negli ultimi anni si è assistito ad una impressionante crescita del settore delle rinnovabili nel nostro Paese ad opera di imprenditori ed investitori sia italiani che stranieri. Tutto questo è stato possibile grazie agli altissimi livelli di incentivazione, anche in assenza di normative specifiche (ad esempio l’assenza di linee guida per l’Autorizzazione Unica degli impianti alimentati da fonti rinnovabili) e al particolarismo giuridico dovuto al proliferare delle legislazioni locali. In un momento nel quale è indispensabile consolidare questo settore attraverso intere filiere energetiche, non solo occasioni di investimento, c'è da chiedersi fino a quando l’Italia risulterà interessante una volta che i livelli di incentivazione continueranno a scendere e il quadro giuridico continui ad essere poco stabile e poco chiaro.
Si spera che possa avvenire una presa di coscienza da parte del mondo politico e che possa avvenire un vero atto di pianificazione per quanto riguarda tutto il settore energetico, non solo mere promesse.



Che cosa sono i Certificati Verdi?
I Certificati Verdi (CV) sono titoli negoziabili che attestano la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (eolica, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica, biomasse, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas, escludendo da questi incentivi la conversione solare fotovoltaica dell’energia) e vengono utilizzati per poter soddisfare l’obbligo di immissione nel sistema elettrico di una quota di energia elettrica da fonte rinnovabile oppure vengono venduti ad un “soggetto obbligato” (ossia un produttore di energia elettrica da fonti fossili che non riesce a soddisfare il proprio obbligo di produzione di “energia verde” da fonti rinnovabili).
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Quando sono stati introdotti?
Con il Decreto Legislativo n.79 del 1999 (noto anche come “Primo Decreto Bersani”) è stato avviato un sistema di incentivazione basato su titoli attribuiti all’energia prodotta da Fonti energetiche rinnovabili ai quali è stato dato il nome di Certificati verdi.
Questo nuovo meccanismo è andato a sostituire il vecchio sistema di incentivazione a sussidio, legato al Programma CIP 6/92. L’obiettivo è stato l’introduzione di un meccanismo di concorrenza per il sostegno alle fonti rinnovabili e il coordinamento tra la loro promozione e la creazione di un mercato dell’energia elettrica.
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Chi li emette e dove si acquistano?
Il GSE dietro indicazione del gestore dell’impianto emette i Certificati Verdi rispetto alla produzione di energia elettrica effettuata da fonti rinnovabili nel corso dell’anno precedente. Ciascun CV rappresenta 1 MWh di energia elettrica. Il Decreto Legislativo n.79/1999 prevede che a partire dal 2002, produttori ed importatori di energia elettrica prodotta da fonti non rinnovabili abbiano l’obbligo di immettere ogni anno in rete una quota di energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili. Questa quota, pari inizialmente al 2% dell’energia elettrica prodotta o importata da fonte non rinnovabile nell’anno precedente che eccede i 100 GWh/anno, è poi aumentata e per il 2011 sarà del 6,8% con incrementi nei prossimi anni di 0,75%.
L’obbligo precedente può essere soddisfatto anche attraverso l’acquisto dei CV da soggetti produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili. Le negoziazioni per la compravendita dei CV possono avvenire nel mercato libero o nel mercato gestito dal Gestore dei Mercati Energetici (GME).

2 commenti:

  1. Grazie per le informazioni, le ho trovate molto utili, soprattutto in questo caos di decreti e contro-decreti che con il tempo cambiano, ma che sul web restano per anni.
    Ho trovato solo una piccola imprecisione, nella parte finale la quota di CV non è più del 2% ma nel corso degli anni è andata aumentando e per il 2011 sarà del 6,8% con incrementi nei prossimi anni di 0,75%, proprio per diminuire l'eccesso di offerta di CV presente attualmente.

    Grazie,
    Giovanni

    http://www.gse.it/attivita/Incentivazioni%20Fonti%20Rinnovabili/Pubblicazioni%20informative/Bollettino%202010-06-30%20(versione%20definitiva)%20con%20allegati.pdf

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