lunedì 3 ottobre 2011

Monito della Commissione Europea all'Italia sul rendimento energetico in edilizia

Richiesto un adeguamento della legislazione sul rendimento energetico in edilizia

di Pasquale Locoro

 Nei giorni scorsi è giunto il severo monito da parte della Commissione Europea all'Italia per quanto riguarda il rendimento energetico in edilizia. Nel dettaglio viene richiesto all'Italia di conformarsi alle norme europee entro due mesi, altrimenti la suddetta Commissione porterà il caso direttamente dinnanzi alla Corte di Giustizia europea. 

Già nel novembre del 2010 era stato fatto notare all'Italia questa inosservanza e da allora nel nostro Paese, sebbene numerosi tentativi, realmente è stato fatto ben poco. Le misure per il rendimento energetico degli edifici a livello comunitario prevedono la redazione e il rilascio di attestati di rendimento energetico che devono essere rilasciati da esperti qualificati ed indipendenti, sia per gli edifici nuovi che per quelli esistenti. 

Salvo alcune regioni che hanno legiferato in maniera indipendente (tra le eccellenze ci sono la Lombardia, la Liguria e la provincia autonoma di Bolzano), in molte altre regioni che seguono la legislazione nazionale è addirittura possibile l'autocertificazione dell'edificio, dichiarandolo in classe G (quindi un edificio avente un consumo energetico per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria elevato). Il grosso difetto di questa procedura è che non si riesce ad avere nessuna informazione reale sui consumi effettivi e non si dispone nemmeno di nessuna informazione su come migliorare e ridurre i propri consumi energetici. Altro punto messo in risalto dalla Commissione europea è che, ad oggi, l'Italia non ha ancora messo in atto nessuna misura adeguata per poter garantire controlli adeguati e regolari sugli impianti di condizionamento dell'aria. 

Questo invito della Commissione europea dovrebbe essere seriamente preso sul serio. Il grave rischio è fare l'ennesima figuraccia con il resto degli stati membri. Oltretutto la procedura di infrazione ad una direttiva europea prevede delle sanzioni salatissime e l'obbligo comunque di adeguarsi alla procedura. La speranza è che la detrazione del 55% venga prorogata e che soprattutto si provveda ad una reale stesura di norme specifiche, a livello nazionale, per il rendimento energetico nell'edilizia, cercando di seguire gli esempi delle regioni che già hanno intrappreso questo cammino.

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