mercoledì 2 marzo 2011

Tempesta sugli incentivi

Giovedì 3 marzo si terrà la discussione in Consiglio dei Ministri sul D.Lgs riguardante l'attuazione della Direttiva 2009/28/CE

di Pasquale Locoro

Si prevedono tempi difficili per il settore delle energie rinnovabili se dovesse essere confermato lo schema di Decreto legislativo sulle fonti rinnovabili.
Questo schema di Decreto è stato già approvato in via preliminare, dal Consiglio dei Ministri, il 30 novembre scorso.

All'articolo 3 di tale provvedimento vengono recepiti gli obiettivi imposti a livello europeo al nostro Paese e consistenti nel:

- raggiungimento, al 2020, di una quota del 17% di energia da fonti rinnovabili rispetto al consumo finale lordo di energia in quell'anno;

- una quota del 10% di energia da fonti rinnovabili impiegate nel settore dei trasporti rispetto al consumo totale del settore al 2020.

Quello che provoca lo sdegno di molte associazioni, e di molti operatori coinvolti nel settore, riguarda i "Regimi di sostegno per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili" presenti nell'articolo 22 del suddetto D.Lgs.

Il provvedimento prevede l'entrata in vigore, dal 1° gennaio 2013, di nuovi sistemi incentivanti per sostenere la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile e differenziati a seconda delle dimensioni e della tipologia di impianto.
In particolare il sistema della tariffa incentivante, detto anche feed-in premium, per gli impianti di potenza inferiore a 5MW elettrici compresi quelli alimentati da biogas, biomasse, bioliquidi sostenibili e centrali ibride di qualsiasi potenza.
La presenza di un incentivo su base d'asta al ribasso per gli impianti aventi potenza superiore ai 5MW elettrici.
Vengono riportati i criteri applicativi generali rimandando però alla stesura successiva di un apposito decreto ministeriale, al fine di poter definire i valori degli incentivi, dei successivi aggiornamenti, delle procedure e delle modalità di transizione dal vecchio a nuovo meccanismo incentivante.
Questi nuovi criteri saranno validi per gli impianti che entreranno in esercizio in data successiva al 31 dicembre 2012.

Questa interruzione provocherebbe il blocco immediato degli investimenti in corso nell’intera filiera nazionale del fotovoltaico, andando a pregiudicare l’esistenza e lo sviluppo e avrebbe gravissime ricadute occupazionali ipotizzabili come la chiusura di "5 stabilimenti Fiat".
Dalle associazioni del settore fotovoltaico arrivala proposta di procedere ad una rimodulazione del sistema incentivante, considerando l’accresciuta competitività raggiunta da questo comparto tecnologico.
Lo sviluppo di questo settore però non è ancora tale da permettere al fotovoltaico di "camminare con le proprie gambe", almeno per qualche tempo ancora.
A questo riguardo era stata ipotizzata la presenza di un tetto massimo incentivabile di 8.000 MW, ma secondo alcune indiscrezioni, il ministro Stefania Prestigiacomo avrebbe attaccato duramente la bozza di decreto spiegando che la quota su indicata non si tratterebbe di “un obbligo di legge” e che nel provvedimento che sarà portato in Consiglio dei Ministri tale limite “non è presente”.

Per quanto riguarda il meccanismo dei Certificati verdi, l'obbligo viene ridotto gradualmente per il periodo 2013-2014 per poi annullarsi nel 2015.
Lo schema di D.Lgs prevede comunque che ci sia il ritiro da parte del GSE di tutti i certificati emessi nel periodo 2011-2015 che risulteranno in eccesso sul mercato. Il prezzo di ritiro dei predetti certificati sarà però ridotto del 30% rispetto al valore previsto attualmente.
A questo proposito, alcune fonti riportano stamani la notizia secondo la quale l'Antitrust chiederebbe l'azzeramento immediato dei Certificati Verdi, in quanto rileva che il regime transitorio previsto fino al 2015 (azzerandolo a partire dal 2013) potrebbe causare una situazione "agevolata" per alcuni produttori e limitare la concorrenza.

Il sistema incentivante della tariffa fissa omnicomprensiva resta in vigore per tutti gli impianti che entreranno in esercizio entro il 31 dicembre 2012 e le tariffe saranno riconosciute per un periodo di 15 anni.

Anche su questo fronte sarebbe un disastro totale e così facendo verrà bloccata la crescita e lo sviluppo delle fonti rinnovabili.

Se il Decreto dovesse essere confermato così come è, diventeremo il Paese da additare come "l'esempio da non seguire" e da deridere, perchè come si potrebbe continuare a parlare di sviluppo di energie rinnovabili quando il Governo continua a impedirne la crescita.

Come potremmo pretendere di raggiungere e mantenere gli impegni prefissati per il 2020? Con il nucleare forse?

(Quanti interessi economici, di pochi Grandi, si nascondono dietro questa Tempesta sugli incentivi?)

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